Dottoressa Francesca
Romana Rossetti

Durata media della protesi al ginocchio e quando potrebbe servire una revisione

La protesi al ginocchio dura in media dai 10 ai 25 anni. Ecco i segnali che indicano quando serve una revisione, come si svolge l’intervento e cosa aspettarsi dal recupero.

durata protesi al ginocchioLa protesi al ginocchio aiuta chi soffre di artrosi o danni gravi all’articolazione. Riduce il dolore e permette di muoversi meglio. Non è però un impianto eterno. Con il tempo può consumarsi o dare problemi che richiedono una nuova operazione: la revisione della protesi.

Capire quanto dura un impianto e quando può servire un secondo intervento è utile per affrontare la situazione senza timori e con maggiore consapevolezza.

Quanto dura una protesi al ginocchio

La durata media varia tra 10 e 25 anni. Ogni paziente è diverso. Contano diversi fattori:

  • età al momento dell’intervento,
  • peso corporeo,
  • livello di attività,
  • condizioni dell’osso e dei tessuti.

Il componente in polietilene, che agisce come “cuscinetto”, col tempo si consuma. Questo porta a dolore, rigidità e perdita di stabilità. Anche incidenti o infezioni possono ridurre la vita della protesi.

Alcuni impianti resistono molti anni, altri invece richiedono un controllo o un intervento di revisione prima.

Quando serve una revisione

La revisione diventa necessaria quando la protesi non funziona più bene o provoca dolore. Le cause principali sono:

  • Infezioni, che attaccano l’impianto e i tessuti vicini. In questi casi il chirurgo rimuove la protesi e associa una cura antibiotica.
  • Usura dei materiali, con conseguente dolore e instabilità.
  • Distacco della protesi dall’osso (scollamento asettico).
  • Fratture dell’osso vicino alla protesi, spesso in persone con ossa fragili.
  • Rigidità o instabilità, dovute a cicatrici o problemi legamentosi.

La revisione si valuta quando il ginocchio non garantisce più mobilità né sollievo dal dolore.

Segnali da non trascurare

Alcuni sintomi indicano che la protesi non sta lavorando come dovrebbe. I più comuni sono:

  • dolore continuo o crescente,
  • rigidità che limita i movimenti,
  • sensazione di cedimento durante la camminata,
  • gonfiore e infiammazione,
  • rumori insoliti come scricchiolii,
  • segni di infezione (rossore, calore, febbre),
  • peggioramento della vita quotidiana.

Quando compaiono questi segnali è meglio non aspettare. Una visita ortopedica chiarisce la situazione e permette di agire subito.

Come si svolge l’intervento di revisione

L’intervento di revisione è più complesso rispetto al primo impianto. Si sviluppa in tre momenti:

  1. Valutazione pre-operatoria. Esami come radiografie, TAC o scintigrafie aiutano a pianificare il lavoro.
  2. Chirurgia. Il chirurgo rimuove la vecchia protesi, pulisce l’area e inserisce una nuova protesi, spesso rinforzata.
  3. Riabilitazione. Il percorso dura da sei mesi a un anno. La fisioterapia serve per recuperare forza, stabilità e movimento.

È un’operazione impegnativa, ma porta spesso a un netto miglioramento della qualità di vita.

Cosa aspettarsi dopo

Dopo la revisione molti pazienti tornano a muoversi senza dolore e con maggiore sicurezza. Attività leggere come camminare, andare in bicicletta o nuotare restano possibili. Meglio invece evitare sport ad alto impatto, come corsa o salti, che mettono a rischio il nuovo impianto.

Con una buona riabilitazione e controlli regolari, i benefici della revisione durano a lungo.