Sport dopo protesi al ginocchio: quali attività consentite, tempi di recupero, riabilitazione, bici, esercizi e consigli per proteggere l’impianto.
Riprendere a fare sport, o più in generale l’attività fisica, dopo un intervento di protesi al ginocchio è un obiettivo condiviso da molti pazienti. Il dubbio ricorrente riguarda quali sport siano realmente sicuri, quando ripartire e quali esercizi facilitino un recupero rapido ma prudente. Con le moderne tecniche chirurgiche e protocolli riabilitativi personalizzati, il ritorno allo sport è possibile e spesso soddisfacente. Serve però una strategia: selezionare attività a basso impatto, progredire gradualmente e rispettare le indicazioni del team sanitario. Questa guida pratica riassume sport consigliati, tempistiche, fattori prognostici ed esercizi fondamentali per preservare la longevità dell’impianto (totale o monocompartimentale) e la qualità di vita.
Quali sport dopo protesi al ginocchio
È utile distinguere le attività in base al carico articolare e alle sollecitazioni di impatto e torsione.
Sport a basso impatto (raccomandati)
Queste discipline limitano forze di compressione e taglio e favoriscono circolazione, coordinazione e controllo neuromuscolare. Esempi: cammino su terreno regolare, cyclette, bicicletta su strada pianeggiante, nuoto (stile libero e dorso), acquagym, sci di fondo a moderata intensità, ellittica, ballo sociale, ginnastica dolce o aerobica a basso impatto, pilates clinico adattato. Favoriscono mobilità, resistenza e controllo del peso corporeo, fattore cruciale per ridurre l’usura del polietilene della protesi.
Sport a medio impatto (selezionati, con prudenza)
Possibili solo dopo ok del chirurgo e del fisioterapista, con tecnica corretta e frequenza controllata. Rientrano: escursionismo su percorsi non estremi, pattinaggio in linea o su ghiaccio (con protezioni), tennis in doppio, sollevamento pesi moderato orientato a forza funzionale (evitando carichi massimali e squat profondi veloci), sci alpino turistico su piste facili e neve ben preparata, bocce. L’obiettivo è mantenere uno stile attivo senza picchi ripetitivi di impatto.
Sport ad alto impatto (generalmente sconsigliati)
Attività come corsa continuativa, calcio, basket, tennis in singolo competitivo, sport da contatto, salti pliometrici intensi, sci aggressivo fuoripista aumentano microtraumi e torsioni; ciò può accelerare l’usura dei componenti e incrementare il rischio di allentamento precoce. Eventuali eccezioni richiedono valutazione individuale e consapevolezza del rischio.
Tempi di recupero e fattori influenti dopo la protesi al ginocchio
Il ritorno allo sport varia secondo tipo di impianto, condizione pre-operatoria, aderenza al protocollo e controllo del dolore.
Protesi totale di ginocchio (PTG): molte attività leggere riprendono attorno a 12–13 settimane; il cammino funzionale quotidiano solido spesso entro 6–8 settimane.
Protesi monocompartimentale (unicondilare): recupero leggermente più rapido; attività leggere talvolta a 10–12 settimane grazie a minore invasività e conservazione di strutture legamentose.
Fattori che favoriscono un rientro efficace: buona forza del quadricipite pre-operatoria, indice di massa corporea gestito, assenza di rigidità marcata, compliance elevata al programma domiciliare, corretta gestione del dolore e dell’infiammazione.
Fattori che possono rallentare: età avanzata combinata a sarcopenia, sedentarietà cronica, obesità, patologie concomitanti (ad es. diabete mal controllato), paura del movimento (kinesiofobia).
Riabilitazione: fasi ed esercizi chiave
Una riabilitazione strutturata è il ponte tra sala operatoria e ritorno allo sport. Procede per fasi sovrapposte, non rigide.
Fase iniziale (prime settimane): controllo edema (crioterapia, elevazione, compressione elastica), mobilità passiva-assistita del ginocchio entro limiti tollerati, estensione completa precoce, attivazione quadricipite (contrazioni isometriche, straight leg raises), reclutamento gluteo medio per stabilità in appoggio, training del passo con ausili e progressivo weaning.
Fase intermedia: incremento ROM flesso-estensione funzionale, esercizi concentrico-eccentrici controllati (mini squat, step-up bassi), rinforzo glutei, hamstring e polpaccio, cyclette con sella regolata, esercizi propriocettivi su superfici stabili poi instabili, core stability per migliorare allineamento dinamico.
Fase avanzata: potenziamento funzionale (affondi controllati, leg press su range sicuro), progressione equilibrio dinamico (cammino laterale con elastico, esercizi di direzione), condizionamento aerobico (bicicletta, ellittica, acqua), introduzione gesti specifici dello sport consentito.
Esempi di esercizi utili
- Contrazioni isometriche quadricipite (serie brevi, frequenti)
- Elevazione gamba tesa supina e laterale
- Mini squat a parete (range 0–45° iniziale)
- Step-up basso e progressivo
- Bridge per estensori d’anca
- Cyclette (bassa resistenza, poi moderata)
- Cammino in acqua e acquaticità per ridurre carico
- Esercizi propriocettivi (tavoletta instabile sotto supervisione)
Bicicletta e protesi al ginocchio
La bicicletta è tra le attività meglio tollerate. Si inizia spesso con cyclette quando la flessione consente la rotazione completa del pedale (circa 100–105°). Regolare la sella più alta riduce stress iniziale. Progressivamente si introducono: pedalata retrograda (per facilitare ROM), poi avanti a bassa resistenza, quindi incremento graduale del tempo (5 → 10 → 20 minuti). Il passaggio alla bici su strada, in condizioni di sicurezza e terreno pianeggiante, avviene tipicamente verso la finestra di 12–13 settimane, previa approvazione clinica. Attenzione a rapporti troppo duri: meglio cadenze fluide per limitare picchi di forza.